Alfissima Owners Club - Il ponte
De Dion sull'Alfetta 3/3
L'Alfa Romeo Alfetta, così come successivamente le derivate
Giulietta, 75, 90 e S.Z., è caratterizzata da una distribuzione
bilanciata dei pesi (architettura transaxle, cioè
motore anteriore, cambio e differenziale in blocco al posteriore), con
il cambio e la frizione spostati dalla parte anteriore della vettura alla
posteriore, per aumentare l'aderenza delle ruote motrici. Questa soluzione
riprende quanto adottato dall'Alfa Romeo sulla 8C2900 e sull'Alfetta 159,
campione del mondo Formula 1 nel 1950 e 1951.
LA SOSPENSIONE POSTERIORE
L'Alfetta adotta un ponte De Dion, che -
per le sue caratteristiche strutturali, fatta eccezione delle scelte di
campanatura progettuali - obbliga le ruote posteriori a restare perpendicolari
al terreno, sia in rettilineo che in curva. Inoltre, il ponte De Dion diminuisce
le masse non sospese, con l'obiettivo dichiarato di ottenere la migliore
aderenza possibile delle ruote sul terreno ed evitare il disturbo dei sobbalzi
sulla strada.
E coerentemente con ciò, caratteristica dell'Alfetta e delle
sue derivate è quella di avere il differenziale ed i freni (a disco)
solidali alla scocca, alleggerendo le ruote che - secondo quanto dichiarava
all'epoca della presentazione la Casa - "hanno ritorni immediati e più
morbidi".
Il molleggio è garantito da una convenzionale coppia di molle
elicoidali, al cui interno lavorano ammortizzatori idraulici.
Il ponte De Dion è guidato dal parallelogramma di
Watt nel senso trasversale. Esso, osservando la figura sotto, ruotando
attorno al proprio asse, assicura che le oscillazioni verticali si mantengano
sempre sullo stesso piano. Nel caso contrassegnato con A è mostrato
il parallelogramma di Watt a riposo, mentre nel caso B, in presenza di
un'asperità, esso svolge le funzioni torsionali di puntone e reazione,
variando il proprio angolo rispetto alla posizione originaria, come evidenziato
dalla freccia.
LA SOSPENSIONE ANTERIORE
Lo stesso criterio della riduzione delle masse non sospese ispira la
costruzione delle sospensioni anteriori.
Le sospensioni sono a ruote indipendenti con quadrilateri trasversali,
ma l'elemento elastico è costituiro da barre di torsione
invece che da molle elicoidali. Si tratta di barre molto lunghe, che arrivano
a metà vettura, disposte longitudinalmente e fissate ad un'unica
trave trasversale, che lavora a flessione, contrastando le sollecitazioni
delle barre.
Come sulla sospensione posteriore, anche nell'anteriore è
presente una barra antirollio.
Nella figura sopra, sono evidenziate:
1) Barra stabilizzatrice anteriore;
2) Asta di regolazione dell'angolo di incidenza;
3) Attacco anteriore della barra di torsione sul triangolo inferiore;
4) Attacco del triangolo superiore alla scocca;
5) Attacco posteriore della barra di torsione sul triangolo inferiore;
6) Elemento elastico a barra di torsione;
7) Traversa di assorbimento a doppio T delle sollecitazioni trasmesse
dalle barre di torsione.
Agendo sui componenti 3) e 5), opportunamente inseriti nel triangolo
inferiore della sospensione, si determina un abbassamento (rotazione in
senso antiorario) od innalzamento (rotazione in senso orario) dell'avantreno
della vettura.
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